Chilometri in autostop, tragitti in macchina con persone conosciute appena il giorno prima tramite un portale web di passaggi (www.mitfahrgelegenheit.de giusto per citarne uno), ore di attesa in aeroporti sperduti nel nulla, viaggi infiniti in treni regionali … tutto questo per godere di un piacere unico: viaggiare! I tedeschi della mia generazione hanno il bisogno innato e pulsante di partire, di uscire dai confini della propria città e del proprio paese. La vacanza migliore? L’avventura: zaino in spalla, guida lonely planet e scarpe comode. La regola base: spendere il necessario e non farsi fregare. Per farlo sono anche disposti a rinunciare alla comodità trovandosi a sperimentare modalità di spostamento e pernottamento per noi del tutto inconcepibili. Essere un giovane vacanziero tedesco significa essere un turista “fai da te”! E non solo: i tedeschi colgono al volo qualsiasi occasione per andare da qualche parte, dal compleanno della nonna al matrimonio di un amico che vive dall’altra parte d’Europa. Non importa dove si va, l’importante è andarci.
Molti italiani, invece, anche quelli della mia generazione cioè non ancora o poco più che trentenni, non si spostano volentieri e se lo fanno devono essere comodi e avere tutto organizzato, altrimenti si agitano. Sono affetti dalla sindrome “no Alpitour” - se non sapete, non capite o non ricordate cosa significa cliccate qui
http://www.youtube.com/watch?v=4eRj-zKyj3c&feature=PlayList&p=F471B0F791A88AD9&index=23&playnext=2&playnext_from=PL
Prendiamo un esempio casuale: un trentenne di Milano è stato invitato ad un matrimonio in Germania, ad Amburgo. Non al matrimonio di una ex collega (stronza). Non al matrimonio di un cugino di nono grado (conosciuto solo al proprio battesimo). Non al matrimonio del fratello del cognato del nipote della sorellastra della ex fidanzata (anche lei stronza). No. Il ragazzo in questione è stato invitato al matrimonio di una sua carissima amica di lunga data che non lo ha invitato tanto “per fare numero”, ma si è fermata a riflettere su chi davvero volesse avere accanto nel giorno più bello della sua vita - per usare una perifrasi consolidata e dal sicuro effetto “svuota portafoglio”.
Terrore: il ragazzo trentenne milanese si rende conto leggendo l’invito che dovrà spostarsi di ben 1149 km (1109 passando per l’Austria).
Lista di scuse (e loro confutazione immediata, se necessario)
- Non ho soldi --- cavolo, mi sono vantato di brutto su facebook del mio strepitoso aumento di stipendio tre mesi fa! E inoltre ad Amburgo, anche a essere tirchi, si arriva con Ryanair!
- Non ho più ferie --- cavolo, il matrimonio è di sabato e con Ryanair si parte il venerdì sera alle 20 e si rientra la domenica sera alle 22!
- Non posso mica lasciare la mia ragazza qui da sola --- cavolo, sono single! E comunque la metà sarebbe automaticamente invitata!
- Non so cosa regalare --- cavolo, nell’invito c’è scritto di non portare regali inutili e costosi!
- Devo dare da mangiare al gatto
- È morto lo zio del cognato del nonno del cugino di ottavo grado di mia suocera
- Non capisco la lingua
- Non digerisco le patate
- Magari l’Inter vince 25 a 0
- Schumi è tornato a correre
- Ho la finale del torneo a cinque nazioni di sparamento di palle colossali
- Sono stato reclutato per una missione spaziale segreta di cui non dovrei raccontare nulla (andare a riprendere Hitler su Marte per conto della CIA)
- Mi hanno ritirato il passaporto mentre tentavo di piazzare una bomba a Villa Certosa
- C’è una manifestazione in favore dei diritti sociali dei pesci rossi dei metalmeccanici e devo tenere un comizio sul tema più cibo biologico per i pesci rossi proletari, non solo per quelli borghesi!
… non ne trovo neanche una convincente, cavolo!...
- Proprio quel giorno ci sarà in diretta TV la riesumazione della salma dell’amante della dama di compagnia della moglie del Farone
- Ho i biglietti per un concerto in cui un suonatore di bassotuba suonerà per 7 ore consecutive l’intervallo fa diesis si bemolle
- Mi sottoporrò volontariamente ad un intervento chirurgico rivoluzionario: mani e piedi verranno scambiati. L’operazione (clandestina) si terrà in uno scantinato a Trezzano sul Naviglio, ristorante giapponese “nediko dika gate”
- Scusa ma quel giorno mi sposo pure io --- cavolo, ho detto all’inizio della lista di essere single!
Ma perché tutto questo?
Il ragazzo trentenne milanese, come molti suoi coetanei connazionali, è chiaramente affetto dalla sindrome “no Alpitour”. Sintomi visibili: battito cardiaco accelerato al ritmo dell’insidiosa idea di andare all’estero senza agenzia viaggi; sudorazione acuta a sentire solo nominare il concetto “low cost” (non ti danno il panino di plastica come su British Airways e poi gli aerei Ryanair cadono… è vero che fin’ora abbiamo sentito solo di schianti airbus per Air France ma prima o poi…); infiammazione isterica del nervo sciatico durante le prove mentali di trascinamento della valigia. E la più grave: crisi di panico al solo pensiero di non passare un altro week end a casa con mamma!
Ahi ahi ahi ahiiiiiiiiiii
Molti italiani, invece, anche quelli della mia generazione cioè non ancora o poco più che trentenni, non si spostano volentieri e se lo fanno devono essere comodi e avere tutto organizzato, altrimenti si agitano. Sono affetti dalla sindrome “no Alpitour” - se non sapete, non capite o non ricordate cosa significa cliccate qui
http://www.youtube.com/watch?v=4eRj-zKyj3c&feature=PlayList&p=F471B0F791A88AD9&index=23&playnext=2&playnext_from=PL
Prendiamo un esempio casuale: un trentenne di Milano è stato invitato ad un matrimonio in Germania, ad Amburgo. Non al matrimonio di una ex collega (stronza). Non al matrimonio di un cugino di nono grado (conosciuto solo al proprio battesimo). Non al matrimonio del fratello del cognato del nipote della sorellastra della ex fidanzata (anche lei stronza). No. Il ragazzo in questione è stato invitato al matrimonio di una sua carissima amica di lunga data che non lo ha invitato tanto “per fare numero”, ma si è fermata a riflettere su chi davvero volesse avere accanto nel giorno più bello della sua vita - per usare una perifrasi consolidata e dal sicuro effetto “svuota portafoglio”.
Terrore: il ragazzo trentenne milanese si rende conto leggendo l’invito che dovrà spostarsi di ben 1149 km (1109 passando per l’Austria).
Lista di scuse (e loro confutazione immediata, se necessario)
- Non ho soldi --- cavolo, mi sono vantato di brutto su facebook del mio strepitoso aumento di stipendio tre mesi fa! E inoltre ad Amburgo, anche a essere tirchi, si arriva con Ryanair!
- Non ho più ferie --- cavolo, il matrimonio è di sabato e con Ryanair si parte il venerdì sera alle 20 e si rientra la domenica sera alle 22!
- Non posso mica lasciare la mia ragazza qui da sola --- cavolo, sono single! E comunque la metà sarebbe automaticamente invitata!
- Non so cosa regalare --- cavolo, nell’invito c’è scritto di non portare regali inutili e costosi!
- Devo dare da mangiare al gatto
- È morto lo zio del cognato del nonno del cugino di ottavo grado di mia suocera
- Non capisco la lingua
- Non digerisco le patate
- Magari l’Inter vince 25 a 0
- Schumi è tornato a correre
- Ho la finale del torneo a cinque nazioni di sparamento di palle colossali
- Sono stato reclutato per una missione spaziale segreta di cui non dovrei raccontare nulla (andare a riprendere Hitler su Marte per conto della CIA)
- Mi hanno ritirato il passaporto mentre tentavo di piazzare una bomba a Villa Certosa
- C’è una manifestazione in favore dei diritti sociali dei pesci rossi dei metalmeccanici e devo tenere un comizio sul tema più cibo biologico per i pesci rossi proletari, non solo per quelli borghesi!
… non ne trovo neanche una convincente, cavolo!...
- Proprio quel giorno ci sarà in diretta TV la riesumazione della salma dell’amante della dama di compagnia della moglie del Farone
- Ho i biglietti per un concerto in cui un suonatore di bassotuba suonerà per 7 ore consecutive l’intervallo fa diesis si bemolle
- Mi sottoporrò volontariamente ad un intervento chirurgico rivoluzionario: mani e piedi verranno scambiati. L’operazione (clandestina) si terrà in uno scantinato a Trezzano sul Naviglio, ristorante giapponese “nediko dika gate”
- Scusa ma quel giorno mi sposo pure io --- cavolo, ho detto all’inizio della lista di essere single!
Ma perché tutto questo?
Il ragazzo trentenne milanese, come molti suoi coetanei connazionali, è chiaramente affetto dalla sindrome “no Alpitour”. Sintomi visibili: battito cardiaco accelerato al ritmo dell’insidiosa idea di andare all’estero senza agenzia viaggi; sudorazione acuta a sentire solo nominare il concetto “low cost” (non ti danno il panino di plastica come su British Airways e poi gli aerei Ryanair cadono… è vero che fin’ora abbiamo sentito solo di schianti airbus per Air France ma prima o poi…); infiammazione isterica del nervo sciatico durante le prove mentali di trascinamento della valigia. E la più grave: crisi di panico al solo pensiero di non passare un altro week end a casa con mamma!
Ahi ahi ahi ahiiiiiiiiiii