Ad Amburgo sono tante le cose che stupiscono e non sono tutte legate alla popolazione indigena.
Una di queste è che qui ci sono un sacco di animali – per i milanesi come me si tratta di un fatto davvero straordinario.
Basta guardare il cielo per vedere stormi di gabbiani; oppure per strada ci si imbatte in piccioni che lottano con i corvi per accaparrarsi una briciola di pane che in realtà era stata lanciata ai cigni dell’Alster.
Ma non ci sono solo i volatili.
Una bella mattina di primavera ho guardato ancora assonnata fuori dalla finestra e…
“Sven vieni! – gli urlo in tedesco- c’è uno …. un …. ein … ein …” - ma come cavolo si dice? Mannaggia, non mi ricordo, eh sì che è la mia parola tedesca preferita!
“Sven, vieni! C’è la mia parola preferita che si arrampica su per un albero!”
Eichhörnchen!
Scoiattolo!
Da quel giorno e quasi tutte le mattine ho bevuto il caffè appoggiata al davanzale osservando il piccolo animaletto battezzato EiHö arrampicarsi su e giù per gli alberi, saltare sulle macchine, rincorrere un’amichetta, nascondersi nei cespugli.
La primavera, l’estate, l’autunno e la prima neve. E EiHö sempre in giardino di buon'ora.
Oltre a stupirmi per il mio entusiasmo nei confronti del roditore – chi mi conosce sa che non ho un buon rapporto con gli animali – ho iniziato a fare i conti con tutte le certezze coltivate fin dai tempi della scuola.
Ma gli scoiattoli non vanno in letargo?
A quanto pare no.
Certo, durante i giorni più freddi EiHö se n’è guardato bene dallo scorrazzare sul ghiaccio, ne avrei fatto a meno pure io francamente. Ma i suoi giorni di assenza dal giardino sono stati ben pochi.
Proprio stamattina, con una nevicata “all’Amburghese” (da intendersi: nevica in orizzontale, sia da destra che da sinistra, e dal basso verso l’alto), ecco EiHö che si lancia da un ramo alla tettoia, zampetta rapido sulla neve, si butta su un altro alberello, agilissimo corre a testa in giù, salta e atterra sulla Fiesta di quelli del primo piano, arriva al centro del giardino a recuperare la nocciola che gli ho lanciato, muovendosi velocissimo per non farsi fregare dalla cinciallegra – che, puntualmente, verrà a bussare al vetro. Ma questa è tutta un’altra storia…
Una di queste è che qui ci sono un sacco di animali – per i milanesi come me si tratta di un fatto davvero straordinario.
Basta guardare il cielo per vedere stormi di gabbiani; oppure per strada ci si imbatte in piccioni che lottano con i corvi per accaparrarsi una briciola di pane che in realtà era stata lanciata ai cigni dell’Alster.
Ma non ci sono solo i volatili.
Una bella mattina di primavera ho guardato ancora assonnata fuori dalla finestra e…
“Sven vieni! – gli urlo in tedesco- c’è uno …. un …. ein … ein …” - ma come cavolo si dice? Mannaggia, non mi ricordo, eh sì che è la mia parola tedesca preferita!
“Sven, vieni! C’è la mia parola preferita che si arrampica su per un albero!”
Eichhörnchen!
Scoiattolo!
Da quel giorno e quasi tutte le mattine ho bevuto il caffè appoggiata al davanzale osservando il piccolo animaletto battezzato EiHö arrampicarsi su e giù per gli alberi, saltare sulle macchine, rincorrere un’amichetta, nascondersi nei cespugli.
La primavera, l’estate, l’autunno e la prima neve. E EiHö sempre in giardino di buon'ora.
Oltre a stupirmi per il mio entusiasmo nei confronti del roditore – chi mi conosce sa che non ho un buon rapporto con gli animali – ho iniziato a fare i conti con tutte le certezze coltivate fin dai tempi della scuola.
Ma gli scoiattoli non vanno in letargo?
A quanto pare no.
Certo, durante i giorni più freddi EiHö se n’è guardato bene dallo scorrazzare sul ghiaccio, ne avrei fatto a meno pure io francamente. Ma i suoi giorni di assenza dal giardino sono stati ben pochi.
Proprio stamattina, con una nevicata “all’Amburghese” (da intendersi: nevica in orizzontale, sia da destra che da sinistra, e dal basso verso l’alto), ecco EiHö che si lancia da un ramo alla tettoia, zampetta rapido sulla neve, si butta su un altro alberello, agilissimo corre a testa in giù, salta e atterra sulla Fiesta di quelli del primo piano, arriva al centro del giardino a recuperare la nocciola che gli ho lanciato, muovendosi velocissimo per non farsi fregare dalla cinciallegra – che, puntualmente, verrà a bussare al vetro. Ma questa è tutta un’altra storia…