Te lo volevo chiedere in canoa, in mezzo all’Alster, immersi in un tramonto romantico. Ma, conoscendoti, so che per l’emozione saresti saltata in piedi furiosamente e ci saremmo capottati. E cadere in acqua ad ottobre non è proprio il massimo, vero? Ad Amburgo poi…
Il primo ottobre te l’ho chiesto, perché un anno prima, proprio quel giorno, abbiamo iniziato a condividere questi pochi metri quadrati dopo anni divisi da migliaia di chilometri, uno spazio infinito.
E avrei anche voluto metterti al dito un anello ma, conoscendoti, so che l’avresti dimenticato nel primo bagno, o sul piano, o vicino alla tastiera in ufficio. E poi, non ti ricordi? Mi hai sempre detto “il giorno che mi chiedi di sposarti devi darmi una mucca”….e così ho fatto!
Il primo ottobre te l’ho chiesto, perché un anno prima, proprio quel giorno, abbiamo iniziato a condividere questi pochi metri quadrati dopo anni divisi da migliaia di chilometri, uno spazio infinito.
E avrei anche voluto metterti al dito un anello ma, conoscendoti, so che l’avresti dimenticato nel primo bagno, o sul piano, o vicino alla tastiera in ufficio. E poi, non ti ricordi? Mi hai sempre detto “il giorno che mi chiedi di sposarti devi darmi una mucca”….e così ho fatto!
Poi ho aspettato che il 5 settembre 2009, il nostro giorno, arrivasse. E nell’attesa ho pensato a come sarebbe stato. Ti ho immaginata. Tu davanti al municipio in un vestito da sposa non tradizionale, perché devi sempre avere qualcosa che ti distingua dagli altri. Eri stupenda e neppure io ero tanto male nel completo che mi hai scelto – e avresti fatto bene a non fidarti del mio gusto crucco! Tanta felicità, chicchi di riso, sorrisi, la commozione di due mamme e le lacrime delle amiche sognanti, baci e un bicchiere di spumante in mezzo alla strada per ricordarci che siamo persone semplici e tali rimarremo anche nel giorno in cui tutto è permesso, anche se dovessimo fare carriera e guadagnare un sacco di soldi, anche se dovessimo invecchiare.
Poi ho visto la nostra festa, i nostri amici, i nostri cari. Ho in testa un buffet ricco di cose buone e una torta stupenda, lo stupore, la delizia.
Poi ho visto la nostra festa, i nostri amici, i nostri cari. Ho in testa un buffet ricco di cose buone e una torta stupenda, lo stupore, la delizia.
Ho risentito le voci, la musica, il rintocco dei bicchieri alzati. Ho visto un bouquet volare tra un branco di femmine scalpitanti, i miei amici darmi una pacca sulla spalla per il bel colpo messo a segno e ho rivisto mio padre orgoglioso.
E poi eccoti, il tuo vestito un po’ sgualcito dalle danze, trascinarmi da parte e piangere di felicità nell’angolo tra la spalla e il collo, bagnandomi come al solito il colletto della camicia e stando ben attenta a non farti vedere da nessuno perché solo le femminucce piangono!
E poi eccoti, il tuo vestito un po’ sgualcito dalle danze, trascinarmi da parte e piangere di felicità nell’angolo tra la spalla e il collo, bagnandomi come al solito il colletto della camicia e stando ben attenta a non farti vedere da nessuno perché solo le femminucce piangono!
E alla fine di una giornata così carica di emozioni e, diciamocelo pure, estenuante, ho immaginato di vederti seduta al piano a cercare di sbattere fuori gli ultimi ospiti barcollanti a suon di Mozart e Clementi. Solo che hai ottenuto l’effetto opposto e tutti sono rimasti ad ascoltare!
Le prime luci dell’alba, un nuovo giorno di una nuova vita; perché anche se solo ora, dopo un anno, riesci a chiamarmi marito senza quel piccolo tremito interiore e anche se, in fondo, solo di un pezzo di carta si tratta, il “sì” che ci siamo detti un anno fa risuonerà nella nostra testa per sempre!
E ora, Mari, dimmi: ho immaginato tutto giusto?
E ora, Mari, dimmi: ho immaginato tutto giusto?