Siamo da mia
suocera questo fine settimana. Un paesello sperduto nella ex Germania dell’est
a due passi dall’Erzgebirge, la regione dei monti metalliferi. Oggi la zona non
è più famosa per le attività minerarie bensì perché qui si producono le tanto
famose decorazioni natalizie di legno. Quelle che decorano di luce ed atmosfera
le case durante l’avvento. Quelle che costano un capitale ai mercatini di
Natale ma per le quali ogni Frau è disposta ad investire un bel po’ perché non
c’è Natale senza Pyramide girevole, archi di luce, omini fumaincenso e vari
ninnoli tipicissimi della zona.
L’altro
ieri abbiamo fatto una gita nel paese del Natale, il Weihnachtsland. Si tratta
di un negozio enorme che vende articoli natalizi. A vederlo da fuori sembra un
castello dalle favole e proprio nel parcheggio c’è un enorme Babbo Natale di
luce, sulla sua slitta e con la sua renna. Dentro c’è un vero e proprio spreco
di Babbo Natali e folletti. In un angolo i folletti tagliano il legno e
preparano i regali mentre il capo se la ronfa sonoramente; in un altro angolo
c’è un eschimese davanti alla sua grotta che vede passare Babbo Natale sulla slitta.
Due metri più avanti il povero Babbo Natale è finito nella neve a testa in giù.
Poi, al secondo piano, Babbo Natale è nel salotto di casa sua e racconta a una
bimba le storie di Natale. E all’ingresso del salone delle stelle dell’avvento,
Babbo Natale e una renna cantano a squarciagola le canzoni di Natale.
Tutto l’anno.
Fuori si
scioglie la neve, dentro è Natale. Fuori sbocciano le viole, dentro è Natale.
Fuori si va a bere la birra al Biergarten, dentro è Natale. Fuori comincia
l’inverno, dentro è Natale dall’anno scorso. La cosa paradossale è che proprio
il 25 Dicembre il Weihnachtsland è chiuso!
Penso a quelli
che lavorano in questo negozio. Non mi sorprenderebbe se odiassero tutti e se
avessero i cavoli girati ogni secondo giorno!
Per rendere
l’idea di quanto l’atmosfera natalizia di questo negozio faccia perdere il
contatto con le stagioni, basti questo piccolo episodio: mia suocera ha
incontrato una sua conoscente. Si sono scambiate qualche battuta nel loro
dialetto per me imperscrutabile. E alla fine della conversazione, prese
dall’aria di festa del negozio, si sono augurate di cuore Buon Natale e buon
anno.
Il 16 di
novembre.