Qualche settimana fa ho portato il crucchino dal
pediatra a fare il tagliando cioè la visita di routine, la settima da quando è
nato. Anche dal punto di vista sanitario i nostri amici d'oltre cavolo non
scherzano, tutto funziona ed è programmato con larghissimo anticipo. Quando il
nuovo Bundesbürger (tradotto "cittadino") viene al mondo e, di fatto,
entra ufficialmente in territorio tedesco, lo Stato inizia fin da subitissimo a
prendersi cura di lui.
Perché mandare il povero papà sconvolto dal parto
a fare la fila in comune? Basta compilare tutti i documenti prima, metterli in
una busta, aggiungere ca. 8 euro, consegnarla alla caposala del reparto, e il
tutto viene spedito all'ufficio di competenza. Due settimane dopo i documenti
verranno recapitati a casa della famiglia.
Perché stressare la povera neo mamma con
spostamenti per far pesare il bambino e controllare che vada tutto bene? C'è
l'Hebamme (ostetrica), che viene a casa tutti i giorni la prima settimana, poi
ogni due, poi ogni tre, via via diminuendo fino al quarto o sesto mese, a
seconda delle necessità. Si porta dietro la sua bilancia, controlla l'ombelico
del piccolo, controlla la pancia della mamma, dispensa trucchetti, consigli,
speranze, consolazione. Il tutto g r a t i s.
Perché riempire la casa di post it per ricordarsi
di prendere appuntamento con il pediatra? C'è l'Untersuchungsheft, il libretto
giallo sulla cui copertina c'è scritto che visite deve fare il bambino e
quando. Anche le mamme più distratte non scappano ai propri doveri: il
ministero della salute manda, a partire dalla U6, una lettera ai genitori
ricordando loro di prendere appuntamento con il medico e, per essere proprio
sicuri sicuri che il bambino venga visitato, allegano un tagliando che il
pediatra deve rispedire al mittente timbrato.
La visita a cui si è sottoposto il mio crucchino è
la U7. In realtà non è una visita ma un esame che si divide in tre parti. Nella
prima il bambino viene misurato - peso, altezza, circonferenza della testa. Poi
arriva il test cognitivo: l'assistente del pediatra sottopone al piccolo paziente
varie carte con oggetti a cui il bambino deve assegnare il nome giusto, il
gioco delle forme, e un'immagine 3D da riconoscere. Nella terza parte, e qui
entra in gioco il pediatra, vengono controllate le capacità motorie e lo
sviluppo fisico.
Il mio crucchino, non appena vede la divisa del
pediatra o della sua assistente, inizia a strillare come un dannato. Tira fuori
tutta la voce di cui è capace e investe i malcapitati con urla vorticose. Un
pediatra una volta mi ha addirittura fatto i complimenti, il piccolo ha due
polmoni da leone e una volontà di ferro. Pensate però, come può un urlatore
simile affrontare un test di tipo cognitivo? L'assistente gli mette davanti la
prima carta chiedendo "was ist das" (cos'è?) e lui la prende e la
scaraventa per terra. Io già mi vedo nella sala d'attesa di qualche psicologo
infantile. Invece poi il gioco delle forme lo fa calmare. Prima forma, il cubo:
nel buco giusto, evvai! Così pure il cilindro e la piramide. Poi arriva la
volta del parallelepipedo, solo che il buco è dalla parte sottile, non da
quella piatta, a lui nota. Primo tentativo: fallito - la mamma comincia a
sudare... Secondo tentativo: riuscito (evvai!). Secondo test: il linguaggio. Prima
carta, was ist das? Il crucchino ci pensa poi dice "Bär" (orso). Seconda
carta "Mond" - davvero? Mio
figlio sa dire luna? Mica lo sapevo! Terza carta, non ha dubbi: "palla".
L'assistente è incerta, avrà detto giusto? E io mi precipito a tradurre: ha
detto "Ball", garantisco che lo sa dire anche in tedesco (e già mi
vedo nella sala d'attesa di un logopedista). Tutto bene, test superato. Terza
prova: l'immagine 3D. L'assistente mostra una carta con una specie di reticolo.
"Dov'è la macchina?". E il ditino ciccioso del mio crucchino va
diretta sull'angolo sinistro della scheda. "Sehr gut!" - Ma davvero,
c'è una macchina? Prendo la scheda e inizio a cercarla ma non la vedo.
L'assistente se la riprende, mi guarda male, e se ne va. Anche il test motorio
ce lo portiamo a casa con successo, specialmente la parte relativa alla
camminata. Il pediatra si prende il bimbo urlante e scalmanato e gli chiede di tornare
dalla mamma. Non cammina... vola!
Tutto bene, in un mondo utopico ci vedremo l'anno
prossimo. In realtà prevedo che i malanni invernali ci faranno andare a trovare
il dottore ancora un bel po' di volte...