Siamo i più bianchi di tutta la spiaggia.
Ci togliamo i vestiti e mettiamo in
mostra una tintarella cadaverica da monitor 21 pollici e neon di open
space. Il pallore nordeuropeo di metà Agosto sa di tante giornate
grigie e scrosci di pioggia ma nasconde piccole macchie vive irrorate
di pochissime grigliate al parco e running disperato.
Ora, qui, su una spiaggia ligure
qualsiasi, siamo punti di luce pura e imploriamo il sole di
spegnerci in fretta, di renderci più simili agli altri che stanno al
sole ininterrottamente da due mesi ormai.
“Abbiamo visto che sono arrivati
i tuoi nipoti da Amburgo”, dicono i compaesani che erano già
stati ampiamente informati dell'annuale discesa dal Nord.
“Ah, vi siete già incontrati
in spiaggia?”
“No, però abbiamo riconosciuto
Sven e i bambini dal molo”.
Il molo sta a ca. 1 km dalla spiaggia.
Tre punti bianchi che si stagliano sul
bagnasciuga. Macchie fluorescenti al largo, oltre la boa.
“Non possono far togliere la
maglia da surf al bambino tedesco così lo riconosco meglio?” -
pensa il bagnino escogitando strategie di sopravvivenza alla
settimana di ferragosto.
Il biancore del Nord può essere
garanzia di notorietà e sicurezza, meglio quindi preservarlo
il più possibile fissandolo meticolosamente sul corpo con protezione solare fattore 50 a partire dalle 9, puntuali per
l'apertura dei bagni, e ripetendo il rito più volte, anche di
pomeriggio, anche se manca un'ora al tramonto.
La vicina di sdraio guarda suo figlio
carbonizzato con un misto di orgoglio e senso di colpa. Passerà metà
della mattinata cercando di ricordarsi dove cavolo sia finito il
flacone di Nivea praticamente nuovo, visto per l'ultima volta
all'inizio di Luglio forse.
“Quest'anno pieno di tedeschi”,
ci dicono.
E infatti li becchiamo subito i nostri
connazionali. Altre macchie di luce adagiate su teli umidi e lettini
scoloriti. Ci sentiamo accomunati da un senso di appartenenza ad una
razza diversa, quella che ha solo 2 settimane contate di ferie e che
insieme al biglietto aereo compra la garanzia del bel tempo perché
se non va bene almeno ad Agosto ci sarà da aspettare mesi e mesi
prima di rivivere la spensieratezza di infradito e canotta - niente
pullover, calze, k-way e sciarpina in borsa che non si sa mai.
Anche molti russi da queste parti,
sentiamo dire. E infatti li riconosciamo subito, rossi come astici
perché i risultati devono farsi vedere subito e poi, diciamoci la
verità, mettersi la crema è da crucchi. Il dolore da scottatura è
un souvenir attaccato alla pelle per i primi momenti di nostalgia al
ritorno.
Sono pronta a tornare in ufficio e a
sentire i “complimenti” delle colleghe. Se solo sapessero che
questo colorito timido ottenuto in una sola settimana di mare (per
di più con figli tedeschi sempre in acqua o all'ombra), questo
grado minimo di tintarella su braccia e gambe era lo stesso che
raggiungevo andando in bicicletta per Milano a Giugno. Devo
confessare loro che stare al nord negli anni mi ha letteralmente
sbiancata?
Tra massimo due settimane tornerò al
mio incarnato cadaverico da monitor, pioggia e Jack Wolfskin. I
copricostume saranno dimenticati in cima all'armadio, riposti insieme
all'annuale bugia che in primavera andiamo a svernare a Maiorca. Nel
frattempo il doposole dei prossimi undici mesi e mezzo sarà in una
pillola al giorno di vitamina D.